Onorevoli Colleghi! - La riduzione dei costi della politica costituisce una priorità assoluta che la classe politica non può eludere ulteriormente se vuole arrestare la crisi di credibilità e di fiducia che la separa sempre più dalla pubblica opinione.
In alcuni casi sprechi e privilegi sono la conseguenza di norme e di regolamenti appositamente creati per produrre tali effetti. In altri casi, invece, essi derivano da un'interpretazione forzata delle norme e da un utilizzo delle stesse che produce atti che, se comunque sono al limite della legalità, sono certamente criticabili da un punto di vista morale.
Questo è il caso degli articoli 79 e 80 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Infatti, tale normativa stabilisce che chi si trova a ricoprire una serie di cariche elettive negli enti locali ha diritto di assentarsi dal posto di lavoro per svolgere la propria attività politica e che tali assenze debbano essere retribuite dal datore di lavoro, il quale ha poi diritto ad essere rimborsato dall'ente nel quale esercita il suo mandato politico.
Tale normativa rischia di dare vita a comportamenti eticamente riprovevoli, ma che, soprattutto, si traducono in un notevole aggravio di costi sostenuti dai cittadini contribuenti, come da ultimo ha dimostrato il caso di alcuni consiglieri della provincia di Roma.
La presente proposta di legge ha come finalità quelle di prevenire e di impedire lo spreco